Renata Gili

Le origini settecentesche dei vaccini che salvano milioni di vite

Edward Jenner, medico inglese noto per aver scoperto alla fine del 1700 il vaccino contro il vaiolo, è ampiamente riconosciuto come il “padre della vaccinazione”. Il suo esperimento è celebre: inoculò in un bambino di otto anni del materiale purulento prelevato da pustole di una persona affetta da vaiolo delle mucche, malattia non grave e comune fra le mungitrici, dimostrando lo sviluppo di immunità nei confronti del vaiolo umano, vera e propria piaga che uccideva milioni di persone. Non tutti sanno, però, che l’origine della vaccinazione va cercata più lontano, nel tempo e nello spazio: si parlava di “variolizzazione”, pratica ampiamente utilizzata anche prima del 1700 in diverse parti del mondo, dall’Africa all’Asia. Diciamolo, non era scevra da rischi: il pus prelevato da una persona malata di vaiolo (questa volta umano, non bovino) veniva, con un piccolo ago, inoculato in una persona sana per prevenire una futura infezione. I pericoli, come potete immaginare, erano molti, tra cui addirittura provocare il vaiolo stesso. Ma si trattava comunque di una pratica fondamentale: in quegli anni la malattia uccideva, la paura era percettibile e la variolizzazione in grado di salvare molte vite. A renderla popolare in Europa fu la scrittrice e poetessa Lady Mary Wortley Montagu, moglie dell’ambasciatore britannico in Turchia, che per la prima volta assistette alla variolizzazione a Constantinopoli nel 1717. Negli anni successivi sottopose a variolizzazione i suoi figli e tornò in Inghilterra con la volontà di promuoverne l’utilizzo. Venne accolta bene? Ovviamente no. Cittadini e politici respinsero l’idea tanto che i primi esperimenti inglesi furono condotti sui prigionieri: per convincerli, venne loro promessa la libertà in caso di sopravvivenza (per la cronaca, sopravvissero tutti). La variolizzazione venne poi sostituita, grazie a Jenner, dalla più sicura vaccinazione, ma fu da qui che iniziò la storia dei vaccini, grazie ai quali si giunse a una fra le più grandi vittorie della storia della medicina e dell’umanità: l’eradicazione del vaiolo nel 1980. In questi giorni ricorre la settimana europea dell’immunizzazione che ci ricorda che anche grazie ai vaccini viviamo, oggi, in un mondo più sicuro. Inspiegabilmente, qualcuno li rifiuta, altri dicono che sono pericolosi. Ma quando vi capita di imbattervi in simili scemenze ricordatevi di una cosa: a uccidere, sono le bugie. I vaccini, al contrario, hanno salvato (e salveranno) milioni di vite umane.

[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 23 aprile 2024]

Fonti

https://www.nature.com/articles/d42859-020-00007-6

https://www.nature.com/articles/d42859-020-00006-7