Reparti di pediatria saturi e pediatri di famiglia sotto assedio. Questo è quello che si legge su molti quotidiani piemontesi, che evidenziano una situazione critica non solo per quanto riguarda le fasce più anziane della popolazione ma anche i bambini. I responsabili? I virus respiratori che in questo periodo dell’anno circolano diffusamente, da quello dell’influenza a quello del covid fino al virus respiratorio sinciziale: una situazione complessa che ci porta ad alcune considerazioni. In primo luogo, molti accessi al pronto soccorso riguardano bambini affetti da infezioni che potrebbero essere trattate dal pediatra di famiglia. Ma i pediatri a Torino sono poco più di 60 per una popolazione sotto i 14 anni di circa 100.000 persone, dato che sottolinea la grave carenza di personale che affligge il nostro sistema sanitario. Poi, il vaccino antinfluenzale. Tendiamo a pensare che a dover essere vaccinati siano solo i fragili e gli anziani ma questa è una convinzione errata. La fascia di età più colpita dai virus respiratori è proprio quella pediatrica e la vaccinazione contro l’influenza è raccomandata (e gratuita) per tutti i bambini (ripeto, tutti: sani e malati) fra i 6 mesi e i 6 anni. Nonostante sia un vaccino sicuro che riduce il rischio di contrarre l’influenza e, in caso di infezione, il rischio di andare incontro gravi complicanze, in Piemonte meno di 1 bambino su 10 viene vaccinato, dato che dimostra come su questo versante il lavoro da fare sia ancora molto. Infine, una considerazione sul virus respiratorio sinciziale. Si tratta di un virus molto diffuso che infetta la maggior parte dei bambini entro i 2 anni e che normalmente causa sintomi lievi. Purtroppo, però, soprattutto per i neonati e per i bambini più fragili può costituire un grave pericolo con necessità di ricovero ospedaliero. Il grosso problema è che per oltre cinquant’anni non abbiamo avuto a disposizione farmaci o vaccini efficaci per prevenire quest’infezione ma fortunatamente oggi li abbiamo e speriamo che nel 2024 saranno disponibili nel nostro Paese per proteggere tutti i bambini: si tratta di un farmaco, il nirsevimab, da somministrare nei primi mesi di vita con un’efficacia di oltre 80% nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e di un vaccino per le donne in gravidanza efficace nel proteggere i neonati. Insomma, la scienza va avanti. Cerchiamo di non farci influenzare dai pochi (ahimè, rumorosi) individui che provano in tutti i modi a ostacolarne il progresso.
[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 9 gennaio 2024]
Fonti
https://www-nejm-org.bvsp.idm.oclc.org/doi/full/10.1056/NEJMe2312934