Il signor Mario, la scorsa settimana, è caduto da una scala mentre faceva dei lavori in casa. Stando alla notizia pubblicata su questo giornale, è stato portato al pronto soccorso di un ospedale della cintura torinese, vicino a casa sua, e qui, facendo una tac, gli è stata diagnosticata la lesione di una vertebra. Per valutare l’eventuale indicazione all’intervento chirurgico, i medici hanno deciso di chiedere un parere all’ospedale CTO di Torino, quello specializzato in traumatologia e quindi di riferimento per questo tipo di infortuni. È stato, così, inviato il dischetto con le immagini della tac agli specialisti torinesi, in attesa di un responso. Responso che, però, non è mai arrivato: nonostante la documentazione sembri essere stata regolarmente consegnata al CTO da parte di un fattorino, dal centro torinese hanno riferito di non averla ricevuta. Il dischetto sembra essersi perso. Il signor Mario, nel frattempo, ha aspettato per tre giorni in pronto soccorso. Tre giorni di preoccupazioni, per lui e per i suoi familiari, tre giorni su una scomoda barella, tre giorni in cui quella stessa barella non è stata disponibile per altre persone che ne avrebbero potuto avere bisogno. Perché questo racconto?, vi chiederete. Perché, leggendo la notizia, mi è sorta spontanea una domanda: se le immagini della tac, invece di viaggiare su dischetto, fossero finite su una piattaforma online condivisa da tutti i medici e operatori sanitari coinvolti nella cura del signor Mario, la vicenda sarebbe andata diversamente? Questa storia ci fa riflettere sul problema dei dati in sanità. Recentemente, sulla rivista scientifica “The Lancet”, una delle più prestigiose al mondo, è uscito un articolo dal titolo “Il sistema italiano dei dati sanitari è guasto”. Il pezzo denuncia l’assenza di un sistema unificato per la raccolta di referti, dati ospedalieri e cartelle cliniche del medico di famiglia: in Italia i dati sanitari sono frammentati e la loro condivisione fra il paziente e le figure sanitarie è difficile, se non impossibile. Quella del signor Mario è una situazione estrema, ma il problema della frammentazione dei dati sanitari si riflette sul lavoro di medici e infermieri ogni giorno: spesso, per esempio, si ripetono esami e visite totalmente inutili semplicemente per mancanza di informazioni complete. Anche da questo dovremmo partire per risolvere i problemi della nostra sanità. Per ridurre gli sprechi e guadagnare in efficienza.
[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 16 febbraio 2025]
Fonti