Renata Gili

Il ruolo del medico e la deriva del rispetto

Stiamo vivendo un paradosso: fino alla metà del 1900 i medici erano pressoché impotenti di fronte ai pazienti e alle loro malattie, l’aspettativa di vita non era certo quella di oggi e si moriva per problemi di salute che ora curiamo facilmente. Nonostante questo, il dottore era una figura rispettata e stimata, e il suo importante ruolo sociale riconosciuto da tutti. Oggi la situazione è capovolta: i medici possono fare moltissimo per i propri pazienti, la scienza ha raggiunto traguardi fino a una manciata di anni fa inimmaginabili e abbiamo a disposizione farmaci in grado di guarire o tenere sotto controllo malattie (pensiamo ai tumori) fino a una quindicina di anni fa considerate sentenze di morte certa. I medici, insomma, sono oggi in grado di salvarci la vita per davvero. Ma questi stessi medici, oggi, sono disprezzati da cittadini sempre più insoddisfatti. La medicina, in altre parole, negli ultimi cinquant’anni si è trasformata e finalmente possiamo avere risposte efficaci ai nostri problemi di salute, ma il ruolo sociale dei medici, senza i quali la medicina non raggiungerebbe coloro che ne hanno bisogno, è progressivamente decaduto, fino a toccare il fondo (andrà peggio di così?) nell’ultimo periodo, in particolare dopo la pandemia covid. C’è un fenomeno che conferma questa pericolosa deriva, ed è sotto gli occhi di tutti: parlo delle aggressioni al personale sanitario, in costante aumento. Ultimo episodio, quello del medico del 118 a Torino. In estrema sintesi, è successo che il figlio di una anziana signora che non si è sentita bene ha accolto la squadra del 118 a suon di “se non ti muovi in fretta ti ammazzo”, fino ad arrivare a puntare una pistola alla nuca del medico. Proprio così, una pistola alla nuca. Da anni, ormai, i medici sono dipinti da certi politici e certi giornali come nemici da combattere, corrotti e al soldo di bigpharma, che non lavorano nell’interesse dei pazienti ma pensando al proprio portafogli. È anche per questo che la sicurezza degli operatori sanitari è sempre più precaria ed è anche per questo che medici e infermieri decidono sempre più di abbandonare certi servizi, come quelli di emergenza, particolarmente pericolosi. Se nulla verrà fatto per cambiare la situazione non stupiamoci se fra qualche anno busseremo alla porta del pronto soccorso e a soccorrerci non ci sarà nessuno. Non è giusto andare a lavorare per salvare la vita agli altri rischiando ogni volta di mettere a repentaglio la propria incolumità.

[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 8 aprile 2025]

Fonti

https://torino.repubblica.it/cronaca/2025/04/02/news/medico_del_118_torino_minacciato_pistola_alla_nuca-424101255

https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=126952