Quanti passi hai fatto oggi? A fronte dell’ormai diffusa consapevolezza dei benefici dell’attività fisica, è una domanda che ci si pone spesso. Anche perché è molto facile darsi una risposta: tutti noi abbiamo uno smartphone, o un orologio, che monitora l’attività fisica quotidiana fornendoci in modo più o meno preciso un resoconto serale di quanto ci si è mossi durante la giornata. Un’ottima cosa, se consideriamo i vantaggi del regolare esercizio sulla nostra salute: non solo, infatti, ci aiuta a mantenere una buona forma e a migliorare il tono muscolare, ma riduce anche il rischio di sviluppare alcune malattie come quelle del cuore, il diabete o alcuni tumori, migliora considerevolmente le nostre capacità cognitive e la qualità del sonno e diminuisce l’ansia e il rischio di depressione. Il tutto alla modica cifra di soli 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata (come una camminata a passo sostenuto) o anche solo 75 se l’intensità dell’esercizio è maggiore. La realtà, però, è che, rispetto al numero di passi misurato facilmente grazie allo smartphone, abbiamo un’idea meno accurata dei minuti passati ogni giorno a camminare, correre o salire le scale. La domanda, quindi, è: si può utilizzare il conteggio dei passi giornalieri, anziché il tempo, per monitorare la quantità di attività fisica eseguita durante il giorno? Sembrerebbe proprio di sì. Un recente studio, infatti, ha valutato i dati provenienti da un campione di oltre 14.000 donne seguite per circa dieci anni e alle quali era stato chiesto di indossare un dispositivo per quantificare, in termini di numero di passi e di minuti, la quantità di esercizio giornaliero. In generale si è visto che sia le persone che facevano fra gli otto e i diecimila passi al giorno sia quelle che si muovevano oltre 150 minuti a settimana (indipendentemente dal numero dei passi) presentavano un rischio decisamente ridotto (fra il 30% e il 40% in meno) di morire o di sviluppare una malattia del cuore, rispetto alle persone più sedentarie, che facevano solo fra i due e i tremila passi al giorno o meno di 30 minuti a settimana di movimento. Insomma, un vantaggio non indifferente. Ma quale delle due misure è la migliore? La risposta è molto semplice: entrambe vanno bene. In Piemonte, però, quasi venti cittadini su cento non praticano affatto attività fisica, e quasi trenta non ne eseguono a sufficienza. Possiamo migliorare: indifferente se contando i passi o i minuti, l’importante è muoversi.
[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 4 giugno 2024]
Fonti
https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2818632