Renata Gili

Si sa tutto sull’influenza, ma non perchè la gente non si vaccina

L’influenza sta iniziando ad allentare la presa. La circolazione del virus, però, è ancora sostenuta e così sarà per diverse settimane. Ma che cosa è questo virus che ci intimorisce periodicamente senza mai spaventarci nel profondo, come dimostra la scarsa adesione alla campagna vaccinale? La prima cosa da sapere è che il virus dell’influenza va incontro a piccole mutazioni da un anno all’altro. Qualche volta cambia di più e qualche volta di meno ma in ogni caso tutti gli anni, nonostante il virus sia lo stesso, è un poco diverso e ci può reinfettare dando origine alle ben note epidemie stagionali di influenza. I virus influenzali, però, non si limitano a tali piccole mutazioni. Dal momento che ne esistono molti e che non infettano solo l’uomo ma anche altri animali (come volatili o suini) può capitare che due diversi virus influenzali infettino la stessa cellula, per esempio di un uccello o di un maiale. I frammenti del materiale genetico dei diversi virus possono così mischiarsi ed è un grosso guaio: può nascere un virus nuovo, questa volta completamente diverso da quello che circolava in precedenza e che, se in grado di infettare l’uomo e di trasmettersi da una persona all’altra, può diffondersi in una popolazione priva di immunità con il rischio di una pandemia. Fortunatamente è un evento raro. Nell’ultimo secolo le pandemie influenzali sono state quattro: la spagnola del 1918, la asiatica del 1957. Poi quella del 1968 e, ultima, quella del 2009, anno in cui un nuovo virus (detto H1N1) ebbe origine da un complesso riassortimento avvenuto nelle cellule del maiale (e per questo da alcuni ribattezzato virus dell’influenza suina). Oggi è proprio questo che sta circolando: come avete capito non si tratta di un virus nuovo e nemmeno di un virus suino (che infetterebbe, in caso, i maiali e non noi). Gli ospedali pieni di pazienti e i decessi di cui sentiamo parlare in questi giorni ci ricordano la potenziale pericolosità di questa malattia, che – soprattutto per le persone più fragili – può essere pericolosa sempre, non solo quando compare un virus nuovo. Una volta si pensava fosse causata dall’influenza negativa delle stelle sulla salute delle persone e solo nel 1933 se ne comprese la causa: il virologo britannico Wilson Smith isolò il virus contro il quale oggi abbiamo un vaccino. Un mistero, però, rimane: questo vaccino potrebbe salvare molte vite ma non viene utilizzato quanto si dovrebbe. Perché, vi chiederete. Io non so rispondervi.

[Articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica Torino martedì 16 gennaio 2024]